Una proposta per parlare di ICTs
Riflessioni , Scuola / 24 Febbraio 2023

Sono un insegnante delle scuole superiori e per lavoro devo parlare spesso con i colleghi a proposito dell’uso delle tecnologie informatiche a scuola, nell’insegnamento e nell’apprendimento. Il piano Scuola4.0 è stata l’ultima occasione per un confronto, sia pure veloce. Rimango sempre colpito dal fatto che la discussione sembra trasformarsi immediatamente in un confronto irrigidito, per non dire peggio, tra due schieramenti totalmente opposti: basta sollevare, anche per caso, il tema e subito qualcuno salta su a dire che lui è diverso, che a costo di sembrare arcaico vuole rimanere fedele al buon vecchio modo di studiare. Quelli che invece sono a favore delle tecnologie informatiche richiamano l’attenzione sulla necessità di “tenersi al passo coi tempi” ed esaltano le capacità dei programmi e delle macchine come estensioni della nostra intelligenza. Se devo essere onesto, mi pare però che negli ultimi tempi i difensori dell’informatica siano meno incisivi e radicali di dieci o quindici anni fa. Resta il fatto che quando la questione arriva da questi parti sembra che persone intelligenti, pacate e normalmente razionali e capaci di analisi pacate si lascino completamente avvolgere dai più banali bias di conferma e appaiono sorde alle ragioni dell’altra parte. Ma perché questi steccati sembrano…

Iliade. Il poema della forza, di Simone Weil
Filosofia , Scuola / 15 Febbraio 2023

La nozione di «forza» «Il vero eroe, il vero soggetto, il vero centro dell’Iliade è la forza… la forza è ciò che trasforma ogni essere vivente che le sia sottomesso in una cosa. Quando essa è esercitata fino in fondo, trasforma nel senso più letterale del termine un uomo in una cosa, rendendolo un cadavere».1 Così inizia il breve testo di Simone Weil (un trentina di pagine circa) sull’Iliade. L’essenza del fenomeno della forza è indicata nella sua capacità di «trasformare ogni essere vivente in una cosa», ossia nel contrario di un essere vivente. La forza (ma io direi piuttosto «il potere») ha la capacità di far cambiare di stato al vivente. Nella sua forma più violenta, la forza semplicemente uccide: un cadavere non è solo un corpo vivo che non si muove più, è una «cosa» dove prima esisteva un «essere vivente». La vita è l’opposto della morte, e la morte, per un essere vivente, è essere portato al livello di una «cosa». Una «cosa» in senso proprio viene mossa, cade, è spostata da altre cose o da altre forze, ma non è viva: non può morire. Solo un vivente può decadere da questo stato o essere fatto decadere…

Si può essere più infami?
Contemporaneità / 9 Febbraio 2023

Da Leibniz in poi abbiamo imparato a diffidare del concetto di “il più [qualcosa] possibile”, perché il filosofo tedesco ci ha insegnato che si può sempre pensare qualcosa “al di là” di quello che pensavamo. Eppure è difficile immaginare una infamia maggiore di quella del dittatore siriano Assad, che rifiuta di inviare i soccorsi, o almeno di lasciarli arrivare dai paesi vicini, alle regioni colpite dal sisma del 6 febbraio 2023 e controllate dai ribelli curdi. Tutti sanno che i soccorsi in questi casi devono essere tempestivi per riuscire a salvare il maggior numero possibile di vite umane. E Assad cosa fa? Aspetta che macerie e distruzioni abbiano ucciso il maggior numero possibile di oppositori e poi invia una mail all’ONU dicendo: adesso farò arrivare gli aiuti anche nelle zone controllate dai ribelli. Non scrivo quello che sto pensando perché vorrei che questo post non risultasse vietato ai minori.

Uno squarcio sul futuro?
Contemporaneità , Filosofia / 7 Febbraio 2023

La notizia è arrivata oggi sui giornali: i fan di Bruce Sprensteen si stanno ribellando. Il grande cantante a quanto pare ha ceduto allo star system (o forse, più prosaicamente, al richiamo non della foresta ma dei soldi) e ha candidamente ammesso: “A 73 anni voglio fare come i miei colleghi musicisti” e cioè guadagnare un fiume di dollari. Così per il suo prossimo tour (che parte negli Stati Uniti ma arriverà anche in Italia) ha accettato che il prezzo dei biglietti venisse stabilito da un algoritmo che fa fluttuare automaticamente il prezzo dell’ingresso in funzione della domanda. Risultato: per assistere a uno dei suoi spettacoli negli USA è necessario spendere 1000, 2000, perfino 5000 (cinquemila!) dollari. In Italia l’algoritmo non è stato attivato e si spendono “solo” duecento euro. A me pare uno scenario che apre uno squarcio su un futuro già tante volte immaginato dagli autori della fantascienza, in cui ogni aspetto della nostra vita viene gestito dalle macchine. A quanto pare il futuro è già qui, o almeno sta già arrivando: bisogna attrezzarsi, soprattutto dal punto di vista concettuale. Il software di cui stiamo parlando, a quanto pare, è stato immaginato (almeno formalmente) per lo scopo di…

I russi “brava gente”
Contemporaneità , Storia / 4 Febbraio 2023

La guerra in Ucraina infuria da quasi un anno e tutte gli analisti concordano sul fatto che durerà ancora a lungo (a meno di eventi imprevedibili, come la morte improvvisa di Putin per cause naturali). Tuttavia, pur nella angoscia per quello che sta succedendo, sarebbe opportuno cominciare ad allungare lo sguardo a quello che, inevitabilmente, verrà dopo. Putin, che non a caso viene sempre più spesso paragonato a uno zar, ha gettato il suo paese in una guerra di stampo novecentesco, più simile alla Prima guerra mondiale che agli scontri cui eravamo abituati ad assistere negli ultimi anni. I resoconti dal campo parlano di assalti quasi all’arma bianca in cui le truppe russe meno esperte e meno preparare vengono lanciate nel miasorubka, il “tritacarne” della prima linea che ricorda in modo impressionante i massacri di Verdun e della Somme. Accanto a questa pressione costante sul terreno ci sono i bombardamenti con i missili, che colpiscono con poca precisione obiettivi in tutta l’Ucraina, e infine la scia delle violenze senza volto e delle torture innominabili sulle persone comuni che abitavano e abitano quelle terre. Tutto questo, è ovvio, lascerà un segno. è stato detto e ridetto che se Putin voleva recuperare…