La traduzione è pubblicata qui sotto licenza CC BY NC SA Seconda sezione Il vero fondatore della società è stato chi, dopo aver recintato un pezzo di terra, si azzardò a proclamare «Questo è mio!» e si trovò davanti dei sempliciotti che gli credettero. Quanti crimini, guerre, assassini, quante miserie ed orrori avrebbe risparmiato al genere umano chi, strappando i paletti o riempiendo il fossato, avesse in quel momento gridato ai suoi compagni: «Non ascoltate questo impostore! Siete perduti, se dimenticate che i frutti sono di tutti e la terra non è di nessuno!».Ma molto probabilmente le cose erano già arrivate a un punto tale che non si poteva più tornare indietro. L’idea di «proprietà» infatti non si è formata di colpo nello spirito umano, ma deriva da molte idee precedenti che a loro volta non sono potute nascere che disponendosi in una lunga concatenazione dall’una all’altra. C’è voluto molto progresso, ci si sono dovute inventare molte cose, e molto si è dovuto pensare, e tutto questo ha dovuto essere trasmesso da un’età all’altra, prima che si arrivasse al momento finale dello stato di natura.Ricominciamo daccapo, quindi, e cerchiamo di raccogliere sotto una sola prospettiva questa lenta successione di eventi…
Ho sempre pensato che la menzogna nasca quando si crea una scissione tra l’essere e l’apparire, tra il modo in cui siamo e il modo in cui ci presentiamo, e che quindi sotto il profilo etico l’obbiettivo sia cercare di ridurre al minimo questo iato. Tutti gli anni a scuola leggo con i miei ragazzi e ragazze il passo di Rousseau del Discorso sulle scienze e le arti in cui dice: “nessuno osa più apparire come è” per impostare una base filosofica per la critica alla nostra società dei social. Eppure alcuni episodi mi fanno dubitare di questa certezza. Sto pensando alla situazione che si è creata in Cina, dove dalla fine del 2022 i ragazzi protestano contro il regime semplicemente mettendo un foglio bianco davanti al volto. In Cina il bianco è un colore del lutto, e l’inizio della protesta era collegato a un incendio in cui erano morte delle persone. Ma subito la protesta era diventata politica, contro le restrizioni imposte dal governo per lottare contro il COVID. E poi era diventata globale, contro la censura imposta da Pechino: il foglio bianco come simbolo di tutto quello che si sarebbe potuto dire e che invece non si poteva…
La cosiddetta intelligenza artificiale è ancora difficile da decifrare. I suoi algoritmi sono a un livello di complessità che mi (che ci) sfuggono. Tuttavia una cosa forse si può dire: se la AI combina in modo casuale ma statisticamente significativo le parole, è come se sfornasse a getto continuo delle ipotesi. Ora noi sappiamo da tempo che la dialettica pensiero-realtà funziona in quello che chiamiamo “scienza” proprio perché noi costruiamo una ipotesi, ricaviamo per via deduttiva una conseguenza seguendo lo schema “if-then” e poi andiamo a controllare nella realtà tramite l’esperimento se l’ipotesi e la conseguenza sono corretti. Dovremmo applicare lo stesso schema anche alla intelligenza artificiale, o meglio, dovremmo inglobare la intelligenza artificiale in questo schema dialettico con la realtà. La macchina, non avendo i nostri bias, può produrre ipotesi a getto continuo senza lasciarsi influenzare e quindi può “trovare” qualcosa di nuovo e “fare scoperte” nel senso che a furia di sparare a caso può capitare che qualcosa a cui nessuno aveva mai pensato tanto sembrava incredibile può avere invece un importante valore euristico Naturalmente è essenziale il controllo dei risultati. Questo è il ruolo che noi umani dobbiamo tenerci stretti e valorizzare al massimo. La differenza tra…
Traduzione di Martino Sacchi Licenza Creative Commons BY NC SA Introduction Le rétablissement des sciences et des arts a-t-il contribué à épurer ou à corrompre les moeurs ? Voilà ce qu’il s’agit d’examiner. Quel parti dois-je prendre dans cette question ? Celui, messieurs, qui convient à un honnête homme qui ne sait rien, et qui ne s’en estime pas moins.Il sera difficile, je le sens, d’approprier ce que j’ai à dire au tribunal où je comparais. Comment oser blâmer les sciences devant une des plus savantes compagnies de l’Europe, louer l’ignorance dans une célèbre Académie, et concilier le mépris pourl’étude avec le respect pour les vrais savants ? J’ai vu ces contrariétés ; et elles ne m’ont point rebuté. Ce n’est point la science que je maltraite, me suis-je dit, c’est la vertu que je défends devant des hommes vertueux. Premiere partie L’esprit a ses besoins, ainsi que le corps. Ceux-ci sont les fondements de la société, les autres en sont l’agrément. Tandis que le gouvernement et les lois pourvoient à la sûreté et au bien-être des hommes assemblés, les sciences, les lettres et les arts, moins despotiques et plus puissants peut-être, étendent des guirlandes de fleurs sur leschaînes de…