Un’idea per una adozione scolastica
Filosofia , Scuola / 16 Settembre 2023

Ci sono certe volte che penso seriamente di adottare come libro di testo, almeno tra quelli “consigliati”, la Settimana enigmistica. Si, proprio la celebre rivista di indovinelli e cruciverba “che vanta innumerevoli tentativi di imitazione”. La ragione è semplice: è un generatore a getto continuo di test di logica di livello variabile, all’interno dei quali ciascuno studente può trovare quelli adatti per crescere. La competenza che mi interessa sviluppare (come si dice oggi in scolastichese) è quella relativa alla capacità di costruire/riconoscere relazione “If…Then”, ossia il nesso logico di implicazione “Se [si verifica una certa condizione] Allora [si verifica quest’altra situazione]. Da molti anni nelle terze classi di liceo faccio realizzare il celebre “Bartezzaghi“, ossia il cruciverba per antonomasia, il test più classico per i lettori della Settimana Enigmistica (non il più difficile). Le regole sono semplici: si può lavorare in coppia con i compagni e si può chiedere l’aiuto dei famigliari ma ci si deve impegnare a non usare la Rete per trovare le risposte. Ogni settimana, da settembre a Natale, i ragazzi devono firmare la loro copia, fotografarla e inviarla sull’apposito spazio nell’aula virtuale della classe su Il filo di Arianna, il mio sito di lavoro didattico. Vengono…

Giocando d’anticipo su vestiti e cellulari a scuola
Filosofia , Scuola / 3 Settembre 2023

[la foto è di Tirza van Dijk via Unsplash] Gli argomenti che suscitano la reazione più veemente degli studenti a scuola sono i divieti sui vestiti e i telefonini. Non è un caso. Gli uni e gli altri sono espressione della tecnologia così come la intende McLuhan, ossia una estensione della corporeità.  Lo sono evidentemente i telefonini, che sono un concentrato di conoscenze tecniche e scientifiche di ultima generazione, ma lo sono anche i vestiti, che sono pur sempre prodotti artificiali che vengono realizzati utilizzando macchine talmente poco sofisticare rispetto ai prodigi dei chip integrati che non ci fanno più l’effetto di macchine.  In ogni caso, ciò che accomuna queste due categorie di oggetti è il fatto di essere una superfetazione, ossia una espansione artificiale, del corpo: i vestiti sono, dal punto di vista strettamente funzionale, una “pelle artificiale” che i Sapiens Sapiens possono mettere e togliere a seconda delle necessità e del piacere. Le scarpe per esempio (perfino nelle loro forme più semplici, anche come semplici sandali rudimentali, perfino quelli ricavati dai pneumatici) sono una espansione della pianta dei piedi che moltiplica la possibilità di camminare su terreni difficili senza farci male, ossia letteralmente sono una “pianta del piede”…

Note in margine all’uso della “intelligenza artificiale”
Contemporaneità , Filosofia , Scuola / 12 Luglio 2023

La cosiddetta intelligenza artificiale è ancora difficile da decifrare. I suoi algoritmi sono a un livello di complessità che mi (che ci) sfuggono. Tuttavia una cosa forse si può dire: se la AI combina in modo casuale ma statisticamente significativo le parole, è come se sfornasse a getto continuo delle ipotesi. Ora noi sappiamo da tempo che la dialettica pensiero-realtà funziona in quello che chiamiamo “scienza” proprio perché noi costruiamo una ipotesi, ricaviamo per via deduttiva una conseguenza seguendo lo schema “if-then” e poi andiamo a controllare nella realtà tramite l’esperimento se l’ipotesi e la conseguenza sono corretti. Dovremmo applicare lo stesso schema anche alla intelligenza artificiale, o meglio, dovremmo inglobare la intelligenza artificiale in questo schema dialettico con la realtà. La macchina, non avendo i nostri bias, può produrre ipotesi a getto continuo senza lasciarsi influenzare e quindi può “trovare” qualcosa di nuovo e “fare scoperte” nel senso che a furia di sparare a caso può capitare che qualcosa a cui nessuno aveva mai pensato tanto sembrava incredibile può avere invece un importante valore euristico Naturalmente è essenziale il controllo dei risultati. Questo è il ruolo che noi umani dobbiamo tenerci stretti e valorizzare al massimo. La differenza tra…

Considerazioni sui libri di testo e una proposta
Scuola / 28 Aprile 2023

Io insegno filosofia e storia da quasi quarant’anni e tutte le primavere, più o meno in questo periodo, ho visto scene come quelle testimoniate dalla fotografia che vedete qui sopra: le case editrici ci mandano copia dei loro libri di testo per farceli visionare e possibilmente scegliere. I più giovani tra noi probabilmente non possono avere un’idea di quanto fossero incalzanti, per non dire asfissianti, i rappresentanti negli ultimi decenni del secolo scorso, quando internet si chiamava ancora Arpanet e stava solo nei film di fantascienza. Io all’epoca prendevo tutto e guardavo tutto, alla ricerca del libro se non perfetto, almeno adatto a me (per la cronaca, ho usato finché è esistito Il testo filosofico della Bruno Mondadori, mentre per storia ho sognato sopra L’operazione storica ripiegando però di volta in volta su testi più tradizionali). Il punto è che col passare degli anni il confronto tra tutti questi manuali di filosofia me li ha fatti sembrare tutti uguali. Ogni volta la casa editrice di turno proponeva quella che sarebbe dovuta essere una “novità” (una nuova antologia di testi, un nuovo apparato critico, le mappe concettuali, i riassunti a fine capitolo, le domandine preparate dalle ragazze in redazione…) e io…

Le ricerca del giusto mezzo
Contemporaneità , Filosofia , Scuola / 24 Aprile 2023

Uno dei contributi più interessanti apparsi negli ultimi tempi nel panorama della didattica è il libro di Susanna Sancassani et alii La ricerca del giusto mezzo. Strategie di equilibro tra aula e digitale, pubblicato da Pearson colpevolmente solo in formato cartaceo. Prima di tutto, si tratta di un lavoro concentrato finalmente sulla didattica universitaria, estendibile (con qualche distinguo) a quella delle scuole superiori: non è uno di quei libri che promettono mari e monti e poi si scopre che parlano solo dei “bambini”, ossia studiano solo la didattica nella scuola primaria. La nozione centrale è quella di “Rete di apprendimento”, già presentata i Progettare l’innovazione didattica, sempre della Sancassani e sempre di Pearson, apparso nel 2019: l’idea chiave è riconoscere che il processo di apprendimento avviene quando gli attori dell’apprendimento si scambiano informazioni attraverso i canali che collegano gli attori stessi (Sancassani: 2023, 14). Il concetto di Rete di apprendimento si è sviluppato nella idea di Smart Learning Design 25 (SLD25) del nuovo libro: in mezzo, l’esperienza traumatica del Covid e della DaD. In effetti si percepisce fortissimo lo “stare nel tempo presente” degli autori, che fanno costantemente riferimento alle esperienze didattiche indotte dal lockdown come a un “acceleratore” di…

Un articolo importante del Corriere su ChatGPT
Contemporaneità , Filosofia , Riflessioni , Scuola / 24 Aprile 2023

Sul Corriere della Sera del 21 aprile 2023 è apparso un importante articolo a firma Mauro Magatti sulle conseguenze culturali della cosiddetta intelligenza artificiale. Riportiamo prima l’articolo, poi la visualizzazione di una sua possibile analisi. IL PENSIERO, LA TECNOLOGIA E IL RUOLO DELLA POLITICA Corriere della Sera 21 apr 2023 Mauro Magatti Per rendere l’ambiente digitale amico della libertà e della democrazia bisogna investire sull’intelligenza umana e mantenere viva la relazione tra intelletto e spirito L’eredità inaspettata del Covid è una accelerazione tecnologica che ci sospinge sulla soglia di una nuova fase destinata a cambiare in profondità le nostre vite personali e collettive. Da un lato, l’arrivo di ChatGpt. Sbarcato sul mercato in anticipo di qualche anno rispetto alle aspettative, questo nuovo strumento di elaborazione avanzata del linguaggio naturale utilizza in modo potente e versatile algoritmi di apprendimento automatico (machine learning) in grado non solo di generare risposte simili a quelle umane all’interno di un discorso, ma anche di interpretare immagini e sviluppare autonomamente nuove forme di ragionamento. Un salto di livello lungo la strada iniziata nella seconda metà del XX secolo, che attribuisce un ruolo sempre più centrale all’elaborazione algoritmica nei processi conoscitivi e decisionali alla base della nostra…

Ancora su voti e dintorni
Riflessioni , Scuola / 21 Aprile 2023

La cronaca di questi giorni porta alla ribalta ancora una volta le proteste dei ragazzi dei licei milanesi che “soffrono di stress” per i troppi compiti e interrogazioni (da un lato) e per la pressione dei voti negativi che li spinge alla competizione (con casi estremi all’università di suicidio). Mentre leggo queste notizie sono agitato da sentimenti contrastanti: da un lato mi dico che è impossibile soffrire così tanto per una cosa del genere; dall’altro mi infurio al sospetto che i ragazzi, come si suol dire, “ci marciano sopra” e che in realtà vorrebbero essere lasciati in pace per farsi i cavolacci loro (che naturalmente non comprendono la lettura spontanea della Critica della ragion pura di Kant). Qui vorrei concentrarmi sul tema della “fatica” dello studio. Noi insegnanti la chiediamo, senza se e senza ma, e ci aspettiamo che venga fatta; i ragazzi soffrono e rispondono che non si sentono valorizzati, dato che i docenti alla fine nel dare i voti non ne tengono conto (ossia, non fanno entrare sul piatto della bilancia la sofferenza affrontata dai ragazzi in termini di tempo e di impegno). A volte mi pare che da parte degli insegnanti ci sia quasi una forma di…

Niente di nuovo sotto il sole
Filosofia , Scuola / 6 Aprile 2023

Sono abbastanza convinto che nel campo dell’educazione non ci sia niente di realmente nuovo sotto il sole. Per un verso ogni generazione è diversa dalla precedente, ma per un altro è identica. È impossibile credere davvero che oggi, nel 2023, si possa “inventare” (anche nel senso etimologico di “trovare”) qualcosa di realmente “nuovo” in questo campo. D’altra parte se nel passato tutti avessero sbagliato il modo di insegnare ai loro studenti, come sarebbe possibile che l’umanità nel suo complesso sia arrivata fin dove è arrivata (nei suoi lati migliori, è ovvio)? Perciò lo scontro che si rinnova ogni volta tra “conservatori” e “innovatori” non solo è deleterio ma è anche fondamentalmente sbagliato. Basta guardare con un po’ di atttenzione nel passato e si scoprirà che si sono sempre sapute le cose che oggi talvolta si spacciano come grandi “novità” didattiche (fatta la tara sulla tecnologia, naturalmente). Devo a Marco Magni di aver richiamato la mia attenzione sul Saggio XXVI del primo volume degli Essais di Montaigne, che tratta appunto della “Educazione dei fanciulli”. Montaigne scrive tra il 1580 e il 1588 (le lettere maiuscole A, B e C tra parentesi quadre che trovate nella citazione qui sotto si riferiscono appunto…

Una spiacevole scoperta

Zio è una webzine non banale che parla di come i giovani vivono la rete. Devo al suo curatore e autore Vincenzo Marino la “scoperta” di un fenomeno di cui io, come insegnante, sarei dovuto essere a conoscenza (e invece non ne sapevo nulla): il trionfale successo sui media di una canzone-spazzatura come Auto tedesca del rapper napoletano Vincenzo Pattera, in “arte” (si fa per dire) Packy (è la abbreviazione di pakartas, che in lituano significa “impiccato”). L’articolo (che potete leggere qui) in realtà è una intervesta a una ragazza di Palermo, Valeria Sampino, che ha tentato di reagire postando su TikTok un video in cui si limitava a chiedere se gli estimatori del rapper avessero davvero letto il testo della canzone (lo metto in fondo a questo post, mi vergogno troppo a inserirlo nel testo e d’altronde non voglio regalare nemmeno un clik a chi pubblica queste cose) ed è stata travolta da una classica shitstorm mediatica con decine di migliaia di commenti (pesantemente) negativi sul suo intervento. Una volta si sarebbe detto: “vorrei portare la mia solidarietà” a questa ragazza che ha fatto quello che noi “grandi” non abbiamo saputo fare: vigilare, guardare quello che guardano i ragazzini,…

Promemoria sulla città

Fare politica a scuola è lecito? Certamente no, se si intende con ciò fare propaganda a favore di un singolo partito; certamente si, se si intende con ciò sensibilizzare i ragazzi ai temi del bene comune sui quali si decide la qualità della vita di ognuno di noi. Per questo mi pare che uno degli argomenti più interessanti da affrontare nelle nostre lezioni in questi anni sia quello della città. E’ un tema apparentemente anodino, da confinare appunto sulle pagine di qualche manuale di storia, o al massimo di qualche paragrafo di qualche libro di storia dell’arte che affronti il tema dell’urbanismo. Eppure le città sono i luoghi in cui viviamo le nostre vite reali; sapere come si sono formate e quali logiche sottintendono è il modo migliore per riuscire a intuire come cambiarle per vivere meglio. Far crescere persone che abbiano coscienza di ciò e che, una volta diventate adulte, sappiano e vogliano almeno chiedere agli amministratori di render conto delle loro (degli amministratori) scelte, questo è già far (buona) politica. Se poi si riuscisse a dare vita a un incipit di incubatore di nuove idee per organizzare meglio la concretezza delle città, ancora meglio! Senza nessuna pretesa di…