Questa interessante mappa interattiva è realizzata e aggiornata dal collettivo bolognese Infoantifa Ecn
È uno dei più interessanti articoli di questi tempi sulla professione insegnante. Spero che il Corriere non mi farà causa se lo rendo disponibile ai colleghi… il testo è il fondo, il link porta a un file pdf. “Tutte le riforme che si sono susseguite negli anni portano a questo modello di scuola che potremmo definire confindustriale, e sono sempre state concepite in modo ossessivo contro gli insegnanti, considerati portatori di un sapere vecchio e inutile, non aggiornati, e additati come ultimi depositari di privilegi ingiustificati. La conseguenza è un’istruzione lasciata al mercato, alle risorse dei singoli. La famiglia abbiente del Meridione spedisce il figlio a Milano, mentre la famiglia milanese lo manda a Londra. Vince chi ha la possibilità di comprare una scuola migliore.” Così dice Scotto di Luzio, docente di Storia delle istituzioni scolastiche a Bergamo. Confesso che non mi piace la tesi “complottista” secondo cui ci sarebbe un “oscuro disegno” della Confindustria per distruggere la scuola italiana. Non mi piace soprattutto perché, studiando un po’ storia, penso che le teorie complottiste, in generale, siano solo dei bias, delle scorciatoie automatiche per risparmiarsi la fatica delle analisi. Tuttavia ammetto che davanti a certe esternazioni (come il dirigente Confindustria che a Cuneo invita i giovani a iscriversi…
L’associazione Nonni 2.0 ha promosso un concorso dedicato al tema “Io e i miei nonni; riflessioni ed esperienze” Lo ha vinto Angelica Ippolito, studentessa della 2B del liceo scientifico Magrini Marchetti di Gemona, in Friuli: qui sotto la vediamo durante la premiazione. La giuria ha motivato così la sua scelta: “Di violenta dolcezza, di forza struggente è tessuto il racconto di Angelica con il ricordo di sua nonna. Non censura nulla, né del dolore né della bellezza smagliante. Ferisce, e dà speranza in una umanità di sorrisi e cielo, di doni di bambole e di montagne.” Sarà. Ma a me pare di buon augurio che ci siano ancora ragazzine capaci di scrivere così; e mi chiedo perché i miei studenti non ne siano capaci. «Avevi delle mani bellissime, sai, a volte mi sembra ancora di vederle mentre stringono la stoffa dei pantaloni del pigiama che indossi. Ricordo anche quello; come ricordo la tua tuta grigia e pesante e tutte le volte in cui papà ti ha nascosto le pastiglie nei fagiolini pur di fartele prendere. Ti vedo sulla poltrona, seduta accanto al nonno, e poi sul letto, mentre Loredana ti cambia. Ti sento cantare i ritornelli che avevi imparato da…