In che anno siamo?

Fintan O’Toole è uno scrittore e giornalista irlandese sconosciuto ai più in Italia. Tuttavia ha pubblicato qualche settimana fa un pezzo su The Irish Time che ci riguarda da vicino. La tesi è inquietante: stiamo assistendo nel mondo alle prove generali per il ritorno del fascismo. Personaggi come Trump e Salvini (O’Toole cita entrambi come esempio di questa tendenza) stanno letteralmente facendo esperimenti con l’opinione pubblica per vedere “a che punto è”, fino a che punto si possono spingere, che cosa possono imporre impunemente. I bambini in gabbia di Trump o i barconi respinti di Salvini fanno parte della stessa logica: vedere “in vitro” se la “gente” è già pronta ad accettare queste riduzioni delle libertà individuali e intuire quali strategie mettere in atto per indebolire ulteriormente le difese di queste libertà.

Una osservazione importante è che

Fascism does not need a majority – it typically comes to power with about 40 per cent support and then uses control and intimidation to consolidate that power. So it doesn’t matter if most people hate you, as long as your 40 per cent is fanatically committed.

Verissimo. Lo ha sperimentato la Germania negli anni Trenta e anche noi negli anni Venti. La soglia indicata da O’Toole è pericolosamente vicina ai dati elettorali della Lega (secondo i sondaggi: alle elezioni vedremo).

Personalmente, mi sembra che la situazione richiami quella nell’Italia del 1919: il Paese esce da una crisi che ha lasciato le ossa rotte a tanti; in molti vogliono che “si faccia qualcosa”, qualsiasi cosa, purché si faccia. è una sorta di “attivismo-vitalistico” senza neppure la riflessione teorica del Futurismo che stava vagamente alle spalle del Fascismo (il quale, ricordiamolo, per Mussolini non è e non ha una ideologia, ma  è semplicemente “azione”, come scrisse nella voce Fascismo della Enciclopedia Treccani).

Le opposizioni sono divie e comunque non sanno cosa fare, né oggi né cent’anni fa; sbagliano completamente i loro calcoli politici e pensano di poter “cavalcare la tigre” dei movimenti “azionisti”. Speriamo solo che i due finali siano diversi. 

[grazie a Fulvia  Carbonera per la segnalazione)

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