Il grande inganno di Epicuro (o no?)
Filosofia / 14 Luglio 2019

Epicuro è il primo filosofo a trarre tutte le conseguenze dall’affermazione (che non è stato certo lui a inventare) che la felicità è il piacere e il piacere consiste nel soddisfacimento di un bisogno. Il nocciolo della questione consiste nel fatto che il bisogno è qualcosa di limitato: è una mancanza che deve essere sanata, un vuoto che deve essere riempito. Per Epicuro questo era essenziale: il limite offre la forma, cioè quel modo di essere che può essere raggiunto in modo definitivo e che non ha più senso oltrepassare. Questo schema di ragionamento si applica in modo perfetto alla fame, che non a caso diventa il paradigma (in positivo e in negativo) del modello epicureo. Quando ho soddisfatto l’appetito, in qualunque modo io lo faccia, il bisogno è sparito: se riesco a convincermi che la felicità è il «far sparire» i bisogni quindi il tornare in una situazione di equilibrio in cui il bisogno è assente, allora posso essere felice con un pezzo di pane secco. Il bisogno (quello che noi avvertiamo come «bisogno») è in realtà l’alterazione di un equilibrio che deve essere ristabilito. Tornare allo stato di equilibrio preesistente è il massimo cui possa aspirare l’uomo. Se…

La percezione della bontà della vita in Europa
Scuola , Storia / 10 Marzo 2019

L’Unione Europea ha recente realizzato attraverso Eurostat un report su come maschi e femmine percepiscono la vita. Ecco i grafici che riassumono la Overall life satsfaction (attenzione, i dati risalgono al 2013!)   Donne   Maschi   Cosa si può dire su questi grafici? Beh, prima di tutto che si individuano abbastanza agevolmente tre cluter (più uno):  il gruppo dei paesei scandinavi, sia tra le donne sia tra i maschi, guida la graduatoria della percezione positiva della vita.  Abbastanza a sorpresa, si aggiunge l’Austria (si, è la sigla AT, se ve lo state chiedendo) e, solo per i maschi, i belgi: due paesi cattolici, quindi, entrambi abbastanza piccoli, che si accodano ai paesi protestanti del nord. Il gruppone di centro (quelli con un punteggio da 6,5 a 7,5), dove ci sono un po’ tutti, dalla Germania alla Lituania. Ci siamo anche noi italiani, ma ahimè proprio in fondo e già un pochino staccati da Spagna e Francia, per non parlare della Germania. In modo un po’ soprendente, siamo superati anche dalla Romania. il gruppo dei pessimisti (Grecia, Portogallo, Ungheria, Cipro, Croazia): tutti paesi periferici, tutti paesi con gravi problemi struttuali. Ultima, staccatissima, la Bulgaria.  Nel complesso, i maschi hanno una soddisfazione…

Cosa pensano le ragazze sulla felicità
Filosofia , Scuola / 11 Novembre 2018

Settimana scorsa ho chiesto alle studentesse di quarta (ho due quarte linguistico, quest’anno, composte come sempre quasi esclusivamente da ragazze) ho chiesto alle studentesse di quarta cosa fosse per loro la felicità. Così, senza stare a pensarci troppo. Le ho prese di sorpresa; non ho dato loro il tempo di prepararsi, né un canovaccio cui ispirarsi; non avevano idea di cosa pensassi io. Mi hanno riposto quasi tutte: “stare bene con se stessi”; in subordine a questo, qualcuna ha aggiunto: “stare bene con gli altri” Andremo avanti nei prossimi giorni a esaminare la questione (sto lavorando su Epicuro). Però, io sono quasi certo che negli anni Novanta alla stessa domanda i ragazzi (classi di scientifico, questa volta, quindi metà femmine e metà maschi) rispondevano: “Fare quello che voglio”. Anche a voi capita la stessa cosa? Avete mai provato a fare questa domana, secca e pulita, ai vostri studenti? E che cosa hanno risposto?