Recensione di Quando mi riconoscerai, di Marco Erba

Diciamolo subito: Quando mi riconoscerai non entrerà nella storia della letteratura. Lo stile è troppo piatto, i personaggi, soprattutto nel finale, sono sgrossati in modo troppo rozzo, la seconda parte della narrazione corre troppo. Il ilbro racconta storie parallele di generazioni diverse rispettivamente nell’Italia fascista immediatamente prima dello scoppio della seconda guerra mondiale e nell’Italia di fine secolo (il Ventesimo, per evitare equivoci): ragazzi che crescono e fanno le prime esperienze, ragazzi che cercano la propria posizione nel mondo trovando la propria identità, ragazzi che scoprono da dove vengono. Lo schema narrativo, che procede alternando i due piani temporali in modo piuttosto serrato, regge abbastanza bene all’inizio; poi nel finale si ha la sensazione di una certa fretta. Erba (che è un collega che ho avuto la fortuna di conoscere, sia pure in un momento difficile)