Zio è una webzine non banale che parla di come i giovani vivono la rete. Devo al suo curatore e autore Vincenzo Marino la “scoperta” di un fenomeno di cui io, come insegnante, sarei dovuto essere a conoscenza (e invece non ne sapevo nulla): il trionfale successo sui media di una canzone-spazzatura come Auto tedesca del rapper napoletano Vincenzo Pattera, in “arte” (si fa per dire) Packy (è la abbreviazione di pakartas, che in lituano significa “impiccato”). L’articolo (che potete leggere qui) in realtà è una intervesta a una ragazza di Palermo, Valeria Sampino, che ha tentato di reagire postando su TikTok un video in cui si limitava a chiedere se gli estimatori del rapper avessero davvero letto il testo della canzone (lo metto in fondo a questo post, mi vergogno troppo a inserirlo nel testo e d’altronde non voglio regalare nemmeno un clik a chi pubblica queste cose) ed è stata travolta da una classica shitstorm mediatica con decine di migliaia di commenti (pesantemente) negativi sul suo intervento. Una volta si sarebbe detto: “vorrei portare la mia solidarietà” a questa ragazza che ha fatto quello che noi “grandi” non abbiamo saputo fare: vigilare, guardare quello che guardano i ragazzini,…
E’ una terminologia militare (e anche abbastanza imprecisa) che descrive una manovra per la quale l’aereo vola così basso e sfrutta così bene le asperità del terreno da risultare invisibile ai radar nemici. Voglio usare questa metafora per indicare un fatto che a volte i teorici apocalittici del futuro umano dimenticano: è vero che noi siamo già ipercontrollati dagli algoritmi dei grandi software come Google e Facebook, è vero che l’uso delle carte di credito e delle ricevute elettroniche permette a banche e Stati di conoscere meglio di noi la nostra situazione economica (se aprite il vostro cassetto fiscale presso l’Agenzie delle Entrate scoprirete che conoscono già TUTTO di voi), ma è anche vero che questi occhi elettronici possono vedere solo quello per cui sono programmati. Voglio dire: basta lasciare a casa il telefono e agli occhi di Google tu semplicemente scompari. Puoi fare quello che vuoi, senza che il “sergente elettronico” possa saperlo. Ovviamente, devi volare sotto il suo radar. Se ti rimetti a comprare cose, a usare il telefono e in generale ad attivare interazioni col mondo mediate dalla tecnologia informatica torni sotto il suo controllo. In tutti i film polizieschi la prima cosa che un fuggiasco deve…
Fare politica a scuola è lecito? Certamente no, se si intende con ciò fare propaganda a favore di un singolo partito; certamente si, se si intende con ciò sensibilizzare i ragazzi ai temi del bene comune sui quali si decide la qualità della vita di ognuno di noi. Per questo mi pare che uno degli argomenti più interessanti da affrontare nelle nostre lezioni in questi anni sia quello della città. E’ un tema apparentemente anodino, da confinare appunto sulle pagine di qualche manuale di storia, o al massimo di qualche paragrafo di qualche libro di storia dell’arte che affronti il tema dell’urbanismo. Eppure le città sono i luoghi in cui viviamo le nostre vite reali; sapere come si sono formate e quali logiche sottintendono è il modo migliore per riuscire a intuire come cambiarle per vivere meglio. Far crescere persone che abbiano coscienza di ciò e che, una volta diventate adulte, sappiano e vogliano almeno chiedere agli amministratori di render conto delle loro (degli amministratori) scelte, questo è già far (buona) politica. Se poi si riuscisse a dare vita a un incipit di incubatore di nuove idee per organizzare meglio la concretezza delle città, ancora meglio! Senza nessuna pretesa di…
Ma solo io sono disgustato dalla constatazione che l’inchiesta giudiziaria sulla gestione del COVID sia stata chiusa con grande attenzione DOPO le elezioni politiche e quelle regionali in Lombardia e in Lazio? La notizia infatti è comparsa sul Corriere della Sera solo il 2 marzo 2023, quindi tre anni circa dopo i fatti. Dove mi pare evidente alla fine il giudizio strettamente GIURIDICO sarà di assoluzione (gli imputati potranno sempre sostenere che la situazione era talmente nuova e imprevedibile che nessuno sapeva come e cosa fare), mentre il giudizio dovrebbe essere (sarebbe dovuto essere) POLITICO, nel senso più squisito del termine. E il luogo perfetto per un giudizio politico sarebbero state le elezioni generali e quelle locali di Lombardia e Lazio. Invece in Lombardia il presidente uscente Fontana si è ben guardato dall’esporsi a un dibattito pubblico con i suoi sfidanti e puntando sulla rendita di posizione si è ritirato nelle campagne (dove sapeva di avere vita facile) e si è portato a casa il successo: un successo tattico, ma ahimé sempre un successo. In questo contesto è solo un sfogo, il mio, quello di riproporre il video in cui il presidente della Regione Lombardia Fontana cerca maldestramente di indossare…
L’inserto ViviMilano del Corriere della Sera dell’8 marzo non poteva non essere dedicato alle donne, naturalmente. E qualche furbone in redazione cosa decide di fare? Un bell’articolo su “Donne (e idee) speciali” dove senza pensarci troppo vengono riproposti i più banali stereotipi possibili sulle attività che le donne possono praticare in modo “speciale”: c’è quella che si dedica a far giocare i bambini, quella che fa la pasticceria vegana, quella che si dedica alle feste di nozze, quell’altra che crea pupazzi all’uncinetto, un’altra che ha smesso di fare l’insegnante per inventarsi il lavoro di portare a casa tua la colazione insieme ai vasetti di fiori… Sia ben chiaro: sono tutte attività belle, curiose, stimolanti e appaganti in sè. Ma dove sono gli ingegneri, le informatiche, i chimici, le urbaniste, le analiste, le ricercatrici scientifiche, gli architetti… al limite anche gli avvocati? Non ci sono, nella lista del Corriere della Sera. Niente, proprio non ci arrivano. Le donne per fare qualcosa di interessante devono tornare alle attività di cura e reinventarsele. E’ vero: siamo messi proprio male (ancora) se anche il Corriere (gestione Cairo) ha questa idea delle donne.
Da Leibniz in poi abbiamo imparato a diffidare del concetto di “il più [qualcosa] possibile”, perché il filosofo tedesco ci ha insegnato che si può sempre pensare qualcosa “al di là” di quello che pensavamo. Eppure è difficile immaginare una infamia maggiore di quella del dittatore siriano Assad, che rifiuta di inviare i soccorsi, o almeno di lasciarli arrivare dai paesi vicini, alle regioni colpite dal sisma del 6 febbraio 2023 e controllate dai ribelli curdi. Tutti sanno che i soccorsi in questi casi devono essere tempestivi per riuscire a salvare il maggior numero possibile di vite umane. E Assad cosa fa? Aspetta che macerie e distruzioni abbiano ucciso il maggior numero possibile di oppositori e poi invia una mail all’ONU dicendo: adesso farò arrivare gli aiuti anche nelle zone controllate dai ribelli. Non scrivo quello che sto pensando perché vorrei che questo post non risultasse vietato ai minori.
La notizia è arrivata oggi sui giornali: i fan di Bruce Sprensteen si stanno ribellando. Il grande cantante a quanto pare ha ceduto allo star system (o forse, più prosaicamente, al richiamo non della foresta ma dei soldi) e ha candidamente ammesso: “A 73 anni voglio fare come i miei colleghi musicisti” e cioè guadagnare un fiume di dollari. Così per il suo prossimo tour (che parte negli Stati Uniti ma arriverà anche in Italia) ha accettato che il prezzo dei biglietti venisse stabilito da un algoritmo che fa fluttuare automaticamente il prezzo dell’ingresso in funzione della domanda. Risultato: per assistere a uno dei suoi spettacoli negli USA è necessario spendere 1000, 2000, perfino 5000 (cinquemila!) dollari. In Italia l’algoritmo non è stato attivato e si spendono “solo” duecento euro. A me pare uno scenario che apre uno squarcio su un futuro già tante volte immaginato dagli autori della fantascienza, in cui ogni aspetto della nostra vita viene gestito dalle macchine. A quanto pare il futuro è già qui, o almeno sta già arrivando: bisogna attrezzarsi, soprattutto dal punto di vista concettuale. Il software di cui stiamo parlando, a quanto pare, è stato immaginato (almeno formalmente) per lo scopo di…
La guerra in Ucraina infuria da quasi un anno e tutte gli analisti concordano sul fatto che durerà ancora a lungo (a meno di eventi imprevedibili, come la morte improvvisa di Putin per cause naturali). Tuttavia, pur nella angoscia per quello che sta succedendo, sarebbe opportuno cominciare ad allungare lo sguardo a quello che, inevitabilmente, verrà dopo. Putin, che non a caso viene sempre più spesso paragonato a uno zar, ha gettato il suo paese in una guerra di stampo novecentesco, più simile alla Prima guerra mondiale che agli scontri cui eravamo abituati ad assistere negli ultimi anni. I resoconti dal campo parlano di assalti quasi all’arma bianca in cui le truppe russe meno esperte e meno preparare vengono lanciate nel miasorubka, il “tritacarne” della prima linea che ricorda in modo impressionante i massacri di Verdun e della Somme. Accanto a questa pressione costante sul terreno ci sono i bombardamenti con i missili, che colpiscono con poca precisione obiettivi in tutta l’Ucraina, e infine la scia delle violenze senza volto e delle torture innominabili sulle persone comuni che abitavano e abitano quelle terre. Tutto questo, è ovvio, lascerà un segno. è stato detto e ridetto che se Putin voleva recuperare…
Io, uomo del profondo Novecento (mia madre vide in televisione Berruti vincere i 200 metri alle Olimpiadi di Roma mentre mi stava allattando), sono profondamente grato alla vita che mi ha concesso di assistere in diretta a una svolta epocale nella storia dell’umanità, dopo la quale nulla potrà essere come prima: una svolta che mantiene le promesse che la scienza ci faceva in quei decenni lontani, e dà corpo ai sogni della fantascienza che ci sembravano affondati in un vago e inderminato futuro. La AI permette di abbattere le barriere tra lingue finora talmente lontane che in pochissimi potevano sperare di valicarne i confini nei due sensi. Ho dato in pasto a ChatGPT questo testo pubblicato sul mio sito didattico Filo di Arianna Agostino è un filosofo cristiano che si trova a vivere alla fine dell’impero romano e assiste al crollo della più grande civiltà del mondo antico. Infatti, anche se la storiografia (solo quella italiana, però) indica nel 476 d.C. (deposizione di Romolo Augustolo da parte di Odoacre) l’atto finale dell’impero, nella coscienza dei contemporanei di gran lunga più traumatica fu la presa di Roma da parte dei goti di Alarico nel 410, quando Agostino era ancora vivo. Il…
Il Corriere della Sera, il 28 gennaio 2023, ha pubblicato un lungo articolo per ricordare l’omicidio di Germana Stefanini, uccisa appunto il 28 gennaio del 1983 dal Nucleo per il potere proletario armato, un gruppuscolo del tutto marginale nella galassia del terrorismo extraparlamentare di sinistra che insisteva anche a tempo scaduto nell’ipotesi di provocare una rivoluzione armata contro lo stato. Stefanini era una guardia carceraria a Rebibbia, il grande carcere di Roma. Non era sposata e al momento dell’omicidio aveva 57 anni. I terroristi penetrarono nel suo appartamento in via Albimonte, una via popolare del quartiere Pigneto a Roma, e la sottoposero a un simulacro di interrogatorio, secondo la lugubre liturgia delle Brigate Rosse. Solo che la trascrizione dell’interrogatorio mostra la distanza abissale tra quei fanatici fuori dalla storia e la realtà della vita. «Hai la licenzia media?» «No» «Che c’hai?» «La quinta elementare» La quinta elementare. Il livello basico della formazione scolastica, quello che una volta era tipico delle classi sociali «proletarie». I terroristi dicevano di combattere «per il popolo» ma poi andavano a colpire i più deboli, quelli che potevano raggiungere senza sforso: proprio quelli del popolo. «Perché hai scelto questo mestiere?» le chiedono «Perché non…