Considerazioni sulla scuola italiana
Contemporaneità / 15 Aprile 2023

La scuola superiore italiana alla sua radice nasce “umanistica” nel senso migliore del termine, ossia orientata all’umanità dell’essere uomo. Questo è probabilmente un risultato non voluto del suo essere classista per definizione: Gentile voleva che fosse la fucina che preparasse gli studenti alla università, che a sua volta essendo inserita in una Italia non ancora industrializzata puntava soprattutto sulle materie letterarie. Da qui l’idea della “formazione” della persona che rappresenta adesso un tesoro da proteggere. Forse in modo confuso, i docenti italiani hanno interiorizzato l’intuizione della Scolastica per cui “operari sequitur esse”, l’agire (in un certo modo) è una conseguenza dell’esistere (in un certo modo), e hanno concentrato la loro azione sull’ “esse”, lasciando che l’ “operari” ne derivasse come effetto quasi spontaneo. Il che è nobile e vero: rinunciare alla trasmissione dei valori come missione fondamentale del processo educativo è un errore capitale, anche se ha i suoi lati negativi. Come si fa a valutare l’ “essere” di una persona, per esempio? Valutare qui va inteso nel senso scolastico di “dare una valutazione” ossia un numero. L’essere non è nella categoria della quantità e quindi non ce lo si può ficcare a forza. I voti (in quanto numeri) vanno…