La notizia è arrivata oggi sui giornali: i fan di Bruce Sprensteen si stanno ribellando. Il grande cantante a quanto pare ha ceduto allo star system (o forse, più prosaicamente, al richiamo non della foresta ma dei soldi) e ha candidamente ammesso: “A 73 anni voglio fare come i miei colleghi musicisti” e cioè guadagnare un fiume di dollari. Così per il suo prossimo tour (che parte negli Stati Uniti ma arriverà anche in Italia) ha accettato che il prezzo dei biglietti venisse stabilito da un algoritmo che fa fluttuare automaticamente il prezzo dell’ingresso in funzione della domanda. Risultato: per assistere a uno dei suoi spettacoli negli USA è necessario spendere 1000, 2000, perfino 5000 (cinquemila!) dollari. In Italia l’algoritmo non è stato attivato e si spendono “solo” duecento euro. A me pare uno scenario che apre uno squarcio su un futuro già tante volte immaginato dagli autori della fantascienza, in cui ogni aspetto della nostra vita viene gestito dalle macchine. A quanto pare il futuro è già qui, o almeno sta già arrivando: bisogna attrezzarsi, soprattutto dal punto di vista concettuale. Il software di cui stiamo parlando, a quanto pare, è stato immaginato (almeno formalmente) per lo scopo di…