La guerra in Ucraina infuria da quasi un anno e tutte gli analisti concordano sul fatto che durerà ancora a lungo (a meno di eventi imprevedibili, come la morte improvvisa di Putin per cause naturali). Tuttavia, pur nella angoscia per quello che sta succedendo, sarebbe opportuno cominciare ad allungare lo sguardo a quello che, inevitabilmente, verrà dopo. Putin, che non a caso viene sempre più spesso paragonato a uno zar, ha gettato il suo paese in una guerra di stampo novecentesco, più simile alla Prima guerra mondiale che agli scontri cui eravamo abituati ad assistere negli ultimi anni. I resoconti dal campo parlano di assalti quasi all’arma bianca in cui le truppe russe meno esperte e meno preparare vengono lanciate nel miasorubka, il “tritacarne” della prima linea che ricorda in modo impressionante i massacri di Verdun e della Somme. Accanto a questa pressione costante sul terreno ci sono i bombardamenti con i missili, che colpiscono con poca precisione obiettivi in tutta l’Ucraina, e infine la scia delle violenze senza volto e delle torture innominabili sulle persone comuni che abitavano e abitano quelle terre. Tutto questo, è ovvio, lascerà un segno. è stato detto e ridetto che se Putin voleva recuperare…