Bene, l’ondata sta arrivando. La linea del groppo si sta avvicinando in fretta, molto più in fretta di quanto vorremmo. Il ridosso è lontano; la scogliera, sottovento, vicina. Avremmo dovuto prepararci meglio e per tempo, visto che la tempesta era segnalata negli Avvisi ai naviganti. Non lo abbiamo fatto, almeno a livello collettivo e di governo. Adesso non ci resta che rizzare tutto sul ponte, il meglio che si può, cercando di fare tesoro dell’esperienza della scorsa primavera. Prima di tutto, andiamo dal parrucchiere. Voglio iniziare con una cosa leggera, o che sembra leggera: in realtà tante signore e ragazze hanno sofferto per l’impossibilità di curare la propria immagine come erano abituate. Una cosa dovremmo averla capita: il virus fa quello che vuole, irridendo gli sforzi umani per contenerlo (almeno fin quando non arriverà da dietro la collina il Settimo Cavalleggeri a bandiere spiegate, ossia il vaccino). Le dinamiche delle pandemie del passato (ah, cosa vuol dire riflettere sulla storia!) mostrano che la malattia procede ad ondate e che ce ne sono almeno tre (per lo meno così andò con la Spagnola di un secolo fa; con quelle prima andò peggio), più o meno con lo stesso andamento. Perciò io…