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Che rotta ha seguito Colombo?
L'avvistamentoIl primo viaggio attraverso l’Atlantico è stato talmente caricato di significati simbolici (la sfida dell’uomo all’ignoto, per esempio) e ideologici che è difficile ricostruire con precisione quello che avvenne. Il punto di partenza per qualsiasi ricostruzione resta naturalmente il Diario tenuto da Colombo stesso.
Il testo ci fornisce un racconto apparentemente chiaro e semplice: alle otto del mattino del 3 agosto 1492 le due caravelle (Nina e Pinta) e la ñao Santa Maria uscirono dalla foce del fiume Rio Tinto, vicino al paesino di Palos nella Spagna meridionale, e puntarono verso le isole Canarie. Dopo una sosta di quasi un mese, il 6 settembre le navi ripartirono dirigendosi direttametne verso ovest, incontrando venti favorevoli e condizioni climatiche molto miti. La notte dell’11 ottobre fu avvistata terra e il mattino successivo Cristoforo Colombo sbarcò su un’isoletta delle attuali Bahama.
Che rotta ha seguito Colombo?

Come sappiamo, il testo originale di Colombo non è arrivato fino a noi e quello che leggiamo oggi attraverso il riassunto di Las Casas presenta molte difficoltà. Un problema particolarmente serio è rappresentato dalla misurazione della rotta percorsa: il giorno 9 settembre (dice il Diario) Colombo «decise di contare un numero di leghe minore di quelle coperte, di modo che se il viaggio fosse risultato lungo la gente non avesse a spaventarsi o a perdersi d'animo». Il problema è che la somma delle distanze che Colombo considera «sbagliate» (perché volutamente sottostimate) è pari a 2918 miglia nautiche odierne, ossia corrisponde quasi esattamente alla distanza reale tra le Canarie e le Bahama (2975 miglia), mentre la somma delle distanze «giuste» dà 3515 miglia, ossia collocherebbe le navi più o meno in Messico! Come è possibile un errore così grossolano quando le stime delle distanze effettuate da Colombo tra un’isola e l’altra dei Carabi sono molto più precise? La spiegazione tradizionale è che gli strumenti dell’epoca erano poco precisi quando si trattava di navigare lontano dalla costa. In realtà c’è un’altra interpretazione possibile: Colombo, come ipotizzano alcuni studiosi portoghesi, potrebbe aver seguito una rotta molto più meridionale di quella descritta nel Diario e quindi più lunga. Questa rotta inoltre si adatterebbe meglio alle correnti e ai venti descritte da Colombo, e sarebbe molto simile a quella dei viaggi successivi. Per quale motivo però Colombo avrebbe dovuto tener nascosto il suo vero percorso? I trattati internazionali esistenti all’epoca tra il Portogallo e la Castiglia (in particolare quello di Alcaçobas del 1479) dividevano l’Atlantico in due zone d’influenza lungo il parallelo delle Canarie: a nord c’erano le acque spagnole, a sud quelle portoghesi. Colombo perciò non poteva dichiarare di essere sceso sotto la latitudine delle Canarie, perché altrimenti il sovrano di Lisbona avrebbe avuto diritto di reclamare come sue le terre scoperte (che effettivamente erano più a sud delle Canarie).
L’avvistamento 
Il Diario registra in data 11 ottobre che «dopo il tramonto del sole... saranno andati a 12 miglia all'ora e fino alle due dopo mezzanotte avranno percorso 22 leghe e mezzo», cioè oltre 100 km in sei ore circa. Quando il marinaio Rodrigo di Triana avvistò la terra, essa distava circa dieci km. Colombo fece ammainare tutte le vele: solo il mattino successivo le navi si avvicinarono e gli spagnoli sbarcarono.
Il Diario riporta però un dettaglio su cui la critica ha molto discusso: alle dieci della sera precedente Colombo avrebbe visto una luce, e quindi sarebbe stato davvero lui il primo ad avvistare l’America. Chi difende l'interpretazione tradizionale ipotizza grandi falò accesi dagli indigeni per difendersi dalle zanzare; gli altri si chiedono perché, se Colombo era convinto di aver avvistato terra, non ha fermato subito la flotta come fece più tardi. In ogni caso doveva essere a circa cento km dall’isola, ossia troppo lontano per scorgere un semplice falò. Quello che c'è di certo è che Colombo grazie a questa dichiarazione si intascò la pensione vitalizia di 10.000 maravedis che i sovrani avevano promesso in premio al primo che avesse avvistato terra.