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Il commercio a lunga distanza nel medioevo

Indice dell'articolo

Marco Polo
Il più famoso viaggiatore europeo in Cina nel corso del Medioevo è senza dubbio Marco Polo. Marco era un mercante veneziano, nipote di due mercanti veneziani che avevano già compiuto un viaggio in Cina. Nel 1271 Marco li accompagna in una nuova spedizione commerciale, che dopo tre anni di viaggio riesce ad arrivare alla corte del Gran Kahn Kubilai. Marco rimase ben diciassette anni alla corte di Kubilai, ricevendo incarichi importanti diplomatici e viaggiando in tutte le regioni dell'impero cinese. Grazie a questo lungo soggiorno egli raccolse una massa interessantissima di informazioni di prima mano sulla Cina del Duecento, che una volta tornato in Europa consegnò a uno scritto divenuto presto famosissimo: il Livre de Merveilles ovvero Le Devisement di Monde, meglio noto come Il Milione. Secondo la tradizione Marco infatti durante una battaglia navale cadde prigioniero dei genovesi, rivali acerrimi dei veneziani. In carcere conobbe uno scrittore pisano, Rustichello, e a lui dettò le memorie del lunghissimo viaggio. A questa collaborazione piuttosto strana si deve lo stile del libro, destinato esplicitamente a "imperatori, re, marchesi, conti, cavalieri e borghesi", come recita il suo preambolo. Il libro, proprio per le sue qualità letterarie, conobbe un successo straordinario, anche se paradossalmente venne ritenuto a lungo una testimonianza non attendibile, e contribuì in modo decisivo a fissare nell'immaginario collettivo europeo l'immagine della Cina come di un paese pieno di meraviglie e di ricchezze.
Il libro di Marco Polo dovette... apparire, ai lettori del principio del XIV secolo, come la sensazionale scoperta di quel continente misterioso. Rivelava bruscamente, in mezzo a quel preteso deserto di leoni e di antropofagi [che era l'Asia nella concezione dei geografi del tempo], l'esistenza di una grandissima nazione, la Cina degli Yuan mongoli, eredi, per conquista, dei diciotto imperatori Song... Si può credere che questo quadro a larghe pennellate di vivaci colori ... aveva le qualità per piacere al grande pubblico del tempo, quello dei best-seller del Medio evo: i romanzi della Tavola rotonda e altre gesta di cavalleria. Tale pubblico veniva reclutato tra i gentiluomini di spada, le oneste dame, i poeti, i ricchi borghesi più o meno letterati, ma con esclusione degli specialisti che giuravano solo su Isidoro di Siviglia... Marco Polo fu ben presto considerato come lo scopritore del Catai e dell'Asia centrale, idea così ben ancorata nei cervelli che non cessò di svilupparsi durante un secolo e mezzo, prese una enorme estensione al tempo dell'invenzione della stampa, si perpetuò fino al nostro tempo e persiste ancor oggi (da. A. T'Serstevens, I precursori di Marco Polo, Garzanti, pag. 9)


In altre parole si verificò un equivoco: poichè il grande pubblico (e anche gli specialisti, a dire il vero) aveva sentito parlare solo di Marco Polo e delle sue avventure, attraverso Il Milione, si convinse che questo mercante veneziano fosse stato il primo ad arrivare in Cina. Questo, invece, è semplicemente falso: Marco Polo fu solo uno dei molti mercanti, missionari, viaggiatori che dall'Europa raggiunsero la Cina, vi si stabilirono e vi vissero a volte per molti anni, e sicuramente non fu il primo.
Sfortunatamente, i mercanti che lo avevano preceduto non hanno lasciato nessuno documento scritto, o al massimo qualche scarno testamento. Solo recentemente si è cominciato a ricostruire la storia di questi viaggiatori, i veri pionieri nella esplorazione europea dell'Asia, tra i quali si stagliano le figure di due religiosi, Giovanni da Pian del Carpine e fra' Guglielmo di Rubruk.
Il viaggio di Giovanni era dovuto all'iniziativa del papa Innocenzo IV (non a caso, un genovese), che nel 1245 inviò questo frate francescano in Asia con una lettera per il Gran Kahn. La speranza era di riuscire a convincere i mongoli a stringere una alleanza in funzione antiislamica per la riconquista dei luoghi santi. Pian del Carpine, partito da Lione, per eseguire la sua missione seguì la via settentrionale: attraversate le pianure dell'Europa oriantale, della Russia e del Turkestan, raggiunse nel pieno della steppa asiatica l'accampamento mongolo in cui si stava eleggendo il nuovo Khan. La sua missione non ottenne i risultati sperati, giacché il nuovo sovrano mongolo ingiunse al papa di recarsi da lui per rendergli omaggio con la sua regina! Tuttavia Pian del Carpine, ritornato in Europa nel 1247, scrisse una Historia Mongolorum (Storia dei Mongoli) piena di accuratissime descrizioni sia della vita di questo popolo sia dei vasti territori asiatici percorsi dal viaggiatore. Dopo il ritorno di Pian del Carpine il papato continuò nei suoi tentativi, sia pure senza esito positivo.


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