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Storia
Dinamiche e problemi
Il commercio nel Medioevo
Il commercio a lunga distanza nel medioevo




I percorsi terrestri
Naturalmente l'Europa era attraversata anche da lunghi percorsi terrestri, che si snodano da una città all'altra, da una regione all'altra, da un mare all'altro:
Le strade di grande comunicazione che attraversano le Alpi costituiscono il fascio più fitto e, nell'insieme, più produttivo per il commercio. Nel secolo XII ricevono cure speciali: le compagnie di vetturali e mulattieri che fanno la spola da un versante all'altro delle montagne si contendono i clienti migliorando i trasporti e diminuendo le tariffe. Agli inizi del secolo la costruzione di un ponte arditissimo apre alle bestie da soma il passo del San Gottardo... il nodo stradale più importante a nord delle Alpi non si trova però in Svizzera, ma me nelle aperte piane della Champagne. Qui, lungo l'asse che collega le regioni economicamente più sviluppare d'Europa, l'Italia il Belgio, sboccano strade provenienti dalle valli del Rodano e dal Reno e passa la Senna con i suoi principali affluenti... Ancora più famose sono le fiere che, convocate sei volte all'anno in quattro città vicine - Provins, Troyes, Lagny, Bar-sur-Aube - durano praticamente l'anno intero. Succedute nel secolo XII ad altri mercati che avevano conosciuto una fioritura più modesta in quella stessa regione ai tempi dei Romani e poi dei Carolingi, rimarranno il perni degli scambi tra l'Europa settentrionale e quella meridionale per quassi tutto il Duecento, fino a quando la vittoria definitiva delle rotte esclusivamente marittime dal Mediterraneo al mare del Nord e altri fattori sfavorevoli non condanneranno alla decadenza e poi alla scomparsa definitiva (da: Sabatino Lopez, La nascita dell'Europa, Einaudi, pag 334)
L'Asia era rimasta quasi completamente impermeabile agli europei dai tempi di Alessandro Magno. L'evento che modificò radicalmente la situazione fu l'avvento dell'impero mongolo.
Ad approfittarne furono i mercanti italiani e i membri di alcuni ordini religiosi, spinti i primi dal desiderio di commerciare direttamente con la Cina i secondi da quello di evangelizzare questi nuovi popoli. Esistevano tre vie principali per attraversare l'anello desertico che separa il mondo mediterraneo dall'Asia: la prima partiva dalla Crimea, attraversava le steppe della Russia meridionale e del Turkestan e si avvicinava da nordovest all'altopiano del Pamir, dove si congiungeva con le altre vie di comunicazione; seguendo questa direttrice si arrivava a Pechino dall'Europa in circa 9 mesi du viaggio la seconda, più antica, partiva dalla costa del Mediterraneo orientale, attraversava i deserti della Siria, guadava il Tigri all'altezza di Ctesifonte (a sud di Baghdad), attraversava la Persia per giungere al Pamir e poi discendere, una volta riunitasi alla strada settentrionale, verso le regioni della Cina vera e propria. Una variante importante di questa strada aveva inizio dal porto di Trebisonda, in fondo al mar Nero. la terza via di comunicazione infine era quella marittima: i viaggiatori, attraversati i deserti mediorientali e la Mesopotamia, si imbarcavano nel Golfo Persico, costeggiavano tutta l'India e l'Indocina per arrivare nella Cina vera e propria dopo due anni di viaggio circa. Un fatto notevole è la permanenza nel corso dei secoli di questi percorsi, sostanzialmente immutati dall'antichità a oggi, a testimonianza dell'influenza che la geografia ha sulla vita umana:
Le strade sono sempre state sottomesse, infatti, alle configurazioni del terreno, almeno fino alla nostra epoca di autostrade rettilinee. La natura del suolo impone loro la direzione da seguire, linea dritta nelle pianure, sinuosità nelle vallate, curve o gole per superare le montagne. Se pare che si allontanino dal cammino logico è per raggiungere dei pozzi d'acqua o delle oasi. È dunque sicuro che le strade antiche, in paesi meno sviluppati delle nostre nazioni occidentali, e dove le strade sono rare, dovevano avere lo stesso disegno delle strade moderne nelle stesse regioni (da: A. T'Serstevens, I precursori di Marco Polo, Garzanti, pag. 21)
Le strade così seguono una "logica" che è imposta dalla configurazione del territorio e che proprio per questo è di "lunga durata": secoli dopo secoli, è possibile rintracciare nel tracciato delle strade di oggi quello delle strade di ieri.