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Storia
Dinamiche e problemi
Il commercio nel Medioevo
Il commercio a lunga distanza nel medioevo




I percorsi marittimi
Il processo di unificazione dei mari europei non avvenne bruscamente ma fu scandito da fasi abbastanza precise: l'anello marittimo che circondava l'Europa era composto in realtà all'inizio da due zone ben distinte (quella mediterranea e quella atlantica, a loro volta divise in bacini minori) che non comunicavano tra loro.
Uno dei grandi fatti della storia europea è costituito proprio dall'incontro e dalla fusione di queste due zone marittime, quella mediterranea e quella nordica, ciascuna con una sua storia e una sua tradizione tecnologica e commerciale. Quando il processo si completò (e non a caso ciò avvenne nella penisola iberica, regione di confine tra le due aree) l'Europa fu pronta per lanciarsi nell'avventura delle grandi esplorazioni oceaniche.
Il passaggio dal Mediterraneo all'Atlantico era però bloccato dagli arabi, che occupavano la parte meridionale della penisola iberica. Soltanto nella prima metà del Duecento il regno cristiano di Castiglia riuscì a riconquistare l'Andalusia (cioè la punta meridionale della penisola iberica) confinando il dominio musulmano nel regno di Granada: lo stretto di Gibilterra rimase in mano araba, ma le navi cristiane potevano attraversarlo senza problemi e da quel momento le galee da mercato genovesi e veneziane poterono trasportare le merci orientali fin nei porti della Manica e delle Fiandre.
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Lo stretto di Gibilterra dallo spazio (fonte Wikipedia) |
Dettaglio dello stretto (fonte Nasa) |
Sul mare si era sempre navigato, anche nei periodi più cupi, anche se indubbiamente nei secoli successivi alla caduta dell'impero romano d'occidente il numero di navi e imbarcazioni che si spostavano da un punto all'altro delle costa o lungo gli estuari dei fiumi doveva essere molto basso e la quantità totale di carico trasportata minima. A partire dal IX-X secolo però sia sulle coste del Mediterraneo sia su quelle del mare del Nord e del mar Baltico cominciarono a svilupparsi delle comunità che si dedicavano con maggiore vigore al commercio sul mare e che rinforzarono rapidamente questi sottili fili, mai del tutto spezzati, che univano regioni tra loro molto lontane.
Sul versante sud dell'Europa furono le repubbliche marinare della penisola italiana ad anticipare i tempi: Amalfi, Pisa, Barcellona, ma soprattutto Genova e Venezia irradiarono rapidamente i propri traffici nei rispettivi "mari chiusi" che si sforzarono da subito di controllare (il Tirreno meridionale per Amalfi, quello settentrionale e il mar Ligure per Pisa e Genova, il mare delle Baleari per Barcellona e l'Adriatico per Venezia).
Sul versante settentrionale i primi a espandere in modo significato la rete dei loro collegamenti furono i frisoni, cioè gli abitanti della regione costiera compresa tra l'attuale Olanda e Danimarca. Loro eredi saranno le città dell'Hansa, una potente confederazione di città commerciali che attorno ai quattro "pilastri" di Lubecca (fondata nel 1169)
Torniamo al Mediterraneo. Come scrive Mollat du Jourdin Per conquistare potenza sul mare... le città medievali hanno cercato di assicurarsi il monopolio di alcune linee di traffico a lunga distanza, soprattutto verso il mar Nero e il Vicino Oriente, dotandosi di una numerosa flotta di galee. Si sono in tal modo costituite le talassocrazie ...di Venezia, di Genova, di Marsiglia e di Barcellona, sia pur a differenti livelli di potenza e con rilevanti diversità istituzionali... Indubbiamente, ognuna di queste talassocrazie mirava a estendere l'irradiarsi della propria autorità al di là degli orizzonti del mare Interno verso i confini dell'Africa e dell'Asia; tuttavia il Mediterraneo era essenzialmente concepito come un valido strumento a servizio dell'Europa, quasi un elemento di contrasto, per una presa di coscienza della propria identità nei confronti degli altri continenti, soprattutto nei confronti dell'espansionismo islamico (da: , L'Europa e il mare dall'antichità a oggi, Economica Laterza, pag 43-44)
Le città-stato marinare svilupparono un commercio su lunghe distanze perché era quello più redditizio, ma naturalmente non trascurarono il traffico a corto raggio: una città come Venezia per esempio non sarebbe potuta sopravvivere senza continui rifornimenti di legna e di grano, provenienti dalle coste dell'Adriatico (soprattutto dall'Istria, dalla Dalmazia e dalla Puglia).
Sulle coste orientali del Mediterraneo vennero fondate basi e vere e proprie colonie, approfittando sia delle crociate sia della conquista dell'Impero bizantino nel 1204: questi capolinea delle rotte mediterranee funzionavano da punti di scambio con le vie commerciali che attraversavano la fascia desertica (calda a sud, fredda a nord) posta come barriera orientale tra l'Europa e l'Asia.