Oggi, su La lettura del Corriere della Sera, mi sono imbattuto nella intervista a Christian Greco, direttore del Museo Egizio di Torino. Al termine del lungo colloquio con Fabio Genovesi, rispondendo a una domanda su quello ritiene di aver perso nella vita, Greco risponde: “Il tempo per la ricerca…Vorrei chiudermi in una biblioteca a leggere. Mi sento sempre più ignorante, una specie di analfabeta di ritorno”. Che cosa stupenda da dire e da pensare. E io devo confessare che arrivato a 63 anni mi sento proprio così. Ho letto e studiato tanto, ma avrei voluto leggere e studiare di più. Il cronista, anche lui colpito, chiosa che Greco “parla almeno dieci lingue e legge i geroglifici come noi i cartelli pubblicitari lungo la strada”, e io non mi avvicino nemmeno lontanamente a questi livelli di cultura. Eppure capisco perfettamente quello che vuole dire quando dice: “Mi sento sempre più ignorante”. Ogni volta che prendo in mano un libro sono divorato dalla curiosità di sapere cosa dice. Ma non è proprio curiosità, questa parola è sbagliata: lascia intendere che si tratti di qualcosa di futile e passeggero, qualcosa che appunto è una semplice curiosità, una domanda che si è posata sulla…