Valle dell'Oetzl.
Le linee della politica estera cinese
Scuola , Storia / 24 Febbraio 2019

Copio integralmente da GCaptain by James Stavridis (Bloomberg) A Defense Department report warns that China’s military buildup is reaching the point where it can attempt to “impose its will on the region and beyond.” Visiting recently with senior officials from two U.S. allies in the region, Japan and Singapore, gave me a visceral feeling of how things look on the ground (and at sea). “We are deeply concerned about the US long-term commitment in the region, starting with troops in South Korea – especially in the face of China and their determined military expansion,” a senior Japanese official told me. The constant refrain was simple: The West is becoming a less reliable partner. These allies are dismayed by a U.S. administration that has repeatedly criticized its closest partners and accused them of freeloading on defense. They are also worried about weakness and distraction of a Europe facing Brexit. This is compounded as they watch China increase pressure on Taiwan to accept a “one nation, two systems” deal a la Hong Kong and militarize the South China Sea by constructing artificial islands. Japan, in particular, faces a host of challenges from Beijing. These begin with a long and bitter history of conflict, principally stemming…

La tesi di Cipolla sulla stupidità
Filosofia , Pensieri quotidiani / 16 Febbraio 2019

Il nocciolo della questione  era già noto a Platone: il brutto dell’ignoranza  è che l’ignorante non sa di esserlo. Ma tutto il resto è una interessante applicazione alla società di oggi L’unica correzione che va fatta è che la “terza legge” è in realtà una definizione. 

Devo fare outing
Contemporaneità , Riflessioni , Scuola , Storia / 11 Febbraio 2019

Ho votato contro Fontana alle elezioni regionali  in Lombardia il 4 marzo 2018. Voglio dirlo adesso, finché è ancora possibile farlo, perché voglio lasciare detto e scritto da qualche parte che nel momento in cui si doveva decidere in modo democratico (ossia nel momento delle elezioni) mi sono opposto come potevo. Leggo in questi giorni che si sta profilando un accordo tra le regioni e lo Stato che finirà per disgregare lo stato italiano dividendolo in una parte avanzata e progredita e in una parte volutamente e definitivamente (almeno per quanto la storia lo permetta) abbandonata a se stessa. Per usare la metafora ferroviara tanto abusata, i vagoni meridionali verranno sganciati dalla locomotiva settentrionale.  Io confido che si dovrà arrivare almeno a un’altra consultazione referendaria, perché qui si tratta di cambiare la Costituzione; e non si può cambiare la Costituzione così impunemente, con un paio di firme tra il governo e tre governatori. E confido che il referendum blocchi questo obbrobrio, che non voglio in nessuna maniera. Ma so anche che potrebbe andare diversamente e si potrebbe anche arrivare a questa sorta di scissione suicida. E voglio lasciare scritto, molto prima che tutto ciò accada, che io sono contrario. 

Un problema con la teoria della evoluzione
Filosofia / 8 Febbraio 2019

Mi sono imbattuto in una almeno apparente contraddizione nella teoria dell’evoluzione, che riguarda i comportamenti apparentemente irrazionali che i membri della specie umana mettono o possono mettere in atto quando si tratta di salvare i loro simili rischiando consapevolmente la propria vita e spesso sacrificandola.  Il  problema è questo: se il comportamento è istintivo, dovrebbe esserci stato trasmesso come tutti gli altri comportamenti dai geni. Il che significa che per generazion e generazioni i gruppi umani, nei quali alcuni lro membri sacrificavano la propria vita per la salvezza degli altri membri del gruppo, sopravvivevano e si estendevano, gli altri (quelli i cui membri applicavano comportamenti “razzionali” ma egositici, pensando solo alla propria alvezza) no. Ora, il problema  è questo: se il gene che determinava quel comportamento spariva col suo portatore, che si immolava per salvare un compagno, come può essersi diffuso nelle generazioni figlio?

Come in un computer
Filosofia , Riflessioni , Scuola / 3 Febbraio 2019

Questa mattina stavo leggendo un saggio di Galen Strawson (si trattava di Quel che resta dell’Io, ma in reltà non è importante). A un certo punto Strawson cita il “vecchio esempio” di Locke secondo il quale la condizione necessaria e sufficiente per sapere cosa vuol dire “mangiare un ananas” è “mangiare un ananas”. Siccome io non sono uno specialista di Locke sono rimasto un pochino perplesso per questa formulazione (non mi sembrava tanto nello stile di Locke) e ho voluto controllare. Mi sono ricordato senza nessun particolare difficoltà che posseggo una copia del Saggio (un bellissimo libro, tra l’altro, edito da UTET) e che questa copia si trova stabilmente in salotto, nel ripiano della libreria dedicato ai libri della UTET (in seconda fila, è vero: davanti ci sono i Meridiani Mondadori). Io invece erno in studio: quindi mi sono alzato, sono andato in salotto, ho tirato fuori il libro e basandomi sulle precise indicazione di Srawson ho ritrovato il paragrafo che cercavo (scoprendo, come sospettavo, che la formulazione di Locke è molto più semplice e soprattutto incidentale: “se un bambino… non ha gustato un ostria o un ananas non può avere l’idea di queste leccornie”. Locke, Saggio sull’intelletto umano, UTET,…