Valle dell'Oetzl.
Lettura commentata di Baudrillard 4
Economia , Filosofia , Scuola / 15 Luglio 2018

«Non c’è alcun massa di consumatori e nessun bisogno emerge spontaneo dal consumatore di base: non c’è la possibilità che esso appaia nello standard package dei bisogni a meno che non sia già passato attraverso il selected package. ….i bisogni e le soddisfazioni filtrano verso il basso… in virtù di un principio assoluto, di una specie di imperativo sociale categorico che è il mantenimento della distanza e della differenziazione per mezzo dei segni. È questa legge che condiziona tutta l’innovazione sociale degli oggetti come materiale sociale distintivo “dall’alto vero il basso” e non, all’inverso (dal basso verso l’alto verso l’omogeneità totale) l’ascendenza dei redditi». In altre parole: non importa quanto guadagni, alla fine resti sempre nella parte bassa della scala sociale a meno che non ti adegui agli stili di vita creati dalle élite. Sembra quasi che questa categoria serva solo a questo: fungere da apripista, scegliere il percorso, inventare la via dietro la quale si incamminerà tutto il resto del gruppo. Ecco forse questa immagine dinamica e «naturalistica» può servire a dare un’idea del perché le cose vanno così. Immaginiamo la società non come un insieme statico di persone fisicamente ferme su un territorio, ma come un grande branco…

Tutto inutile…
Contemporaneità , Economia / 12 Luglio 2018

Ho letto un momento fa su Sette (Corriere della Sera) che la ILVA di Taranto perde 30 milioni di euro al mese, che vengono rifinanziati dallo Stato (cioè da noi). E quindi va bene, togliamo i vitalizi ai parlamentari, ma con quei 40 milioni che risparmiamo, sia chiaro, non ci faremo un gran ché: un mese e mezzo di ILVA.

Lettura commentata di Baudrillard La società dei consumi 3 Lo spreco
Economia , Filosofia , Scuola / 7 Luglio 2018

Il tema dello spreco viene quasi sempre affrontato in un’ottica moralistica: ci si chiede, più o meno scandalizzati, per quale motivo noi uomini occidentali post-moderni non sappiamo evitare di sprecare quei beni (anche essenziali) che rappresenterebbero invece per gli uomini del terzo mondo una vera manna dal cielo. Siccome questa sembra una osservazione semplice, ci si chiede perplessi come mai questa situazione di spreco, a livello personale e collettivo, si perpetua negli anni in modo apparentemente inspiegabile. In realtà, dice Baudrillard, «tutte le società hanno sempre sprecato, dilapidato, speso e consumato al di là dello stretto necessario, per la semplice ragione che è nel consumo di una eccedenza, di un surplus, che l’individuo, come la società, si sentono non semplicemente esistere ma anche vivere…La nozione di utilità, di origine razionalistica ed economicistica, è dunque da rivedere secondo una logica sociale molto più ampia in cui lo spreco, lungo dall’essere un residuo irrazionale, assume una funzione positive, sostituendo l’utilità razionale in una funzionalità sociale superiore… al limite appare come la funzione essenziale: il surplus di spesa, il superfluo, l’inutilità virtuale della spesa per nulla divengono il luogo della produzione dei valori, delle differenze e del senso, tanto sul piano individuale che…