Il consumo che caratterizza la nostra epoca e la nostra società è caratterizzato da un pensiero «magico», non molto dissimile da quello dei «primitivi». Secondo questo modo di pensare, basta accumulare i «segni» della felicità, ossia quei beni materiali che normalmente sono considerati connessi in modo strutturale alla felicità, perché «miracolosamente» la felicità si realizzi in noi. Naturalmente ciò non avviene, ma questo non scalfisce il modo di ragionare «magico»: se qualcosa non è avvenuto, è perché abbiamo commesso noi qualche errore. È necessario purificarci e ritornare alla carica, fin quando, senza dubbio, i nostri desideri non si realizzeranno. Si tratta in realtà di una idea interessante. In effetti la stragrande maggioranza degli adulti occidentali è del tutto inconsapevole delle leggi scientifiche e sociali che stanno dietro gli oggetti. Le cose per loro accadono piuttosto magicamente: schiaccio un bottone e il PC si accende; muovo un dito sullo schermo, e qualcosa accade. Capire perché accade è complicato: in realtà non è nemmeno tanto importante, visto che io devo poter usare la tecnologia per un qualche scopo che è quello che mi interessa veramente. La tecnologia dovrebbe essere qualcosa di «trasparente», qualcosa cioè che esiste ma non si vede. Il mondo…
La società dei consumi, Il Mulino La tesi di partenza è quella secondo cui noi viviamo oggi, perlomeno in Occidente, una vita diversa qualitativamente da quella vissuta dalle generazioni che ci hanno preceduto. Ciò che contraddistingue la vita in Occidente oggi è l’abbondanza degli oggetti, ossia di ciò che noi stessi abbiamo prodotto in misura esponenziale grazie alle rivoluzioni industriali che si sono succedute tra il Settecento e la fine del Novecento, e che ora ci circondano anzi ci assediano: «gli uomini dell’opulenza non sono più circondati, come è sempre avvenuto, da altri uomini, ma da oggetti» [Baudrillard,1976-2010:3] Chiediamoci ora: esistono luoghi sulla Terra dove gli uomini sono circondati da uomini e non da oggetti? Si certo, sono i cosiddetti «paesi sottosviluppati», come la Somalia per esempio: una regione particolarmente sfortunata dal punto di vista climatico in cui le persone possiedono letteralmente quasi solo quello che si vede loro addosso quando vengono inquadrate da qualche smartphone esotico o dalla macchina fotografica di qualche reporter. Probabilmente anche Haiti e il Bangladesh corrispondono a una descrizione simile. Coloro che vivono in questi paesi sicuramente non sono circondati da una profusione cuccagnesca di oggetti. Indubbiamente è difficile pensare che siano felici. Tuttavia constatiamo…
Breve video che illustra lo scopo e le principali caratteristiche del sito didattico Il filo di Arianna. Rivista on line per la didattica nelle scuole superiori. Il filo di Arianna. Rivista on line per la didattica nelle scuole superiori from redazione FdA on Vimeo.
Un video diffuso dall’ANSA italiana che descrive alcune fasi dell’arrivo dell’Aquarius a Valencia.
Ovvero come rendere semplici le cose difficili: da un’idea di Henry Beck
Ecco come si può costruire un pozzo a mano, senza bolldozer né pale meccaniche.
Oggi sul Corriere della Sera la pagina Primo piano era dedicata alla politica monetaria della BCE. Teneva banco l’annuncio che la Banca Centrale ridurrà progressivamente gli acquisti di titoli di stato (il cosiddeto Quantitative Easing). In un boxino, che riproduco qui sotto, si facevano due calcoli per veder quanti soldi ci aveva fatto risparmiare. In sostanza, la BCE ha negli scorsi anni comprato i titoli di stato italiani (in particolare BTP decennali) senza stare a preoccuparsi del mercato o dei potenziali rischi. Comprandoli in grande quantità, anche quando i grandi investitori internazionali stavano vendendo o avrebbero voluto vendere, ha fatto sì che i loro rendimenti potessero restare bassi (i BOT per molto tempo sono stati addirittura con rendimento negativo: ci pagavano per “avere il privilegio” di comprare quei titoli di stato: al di là delle battute, l’Italia era considerata così sicura che quanti avevano da parte soldi – intendo dire milioni e milioni di dollari o di yen o di yuan – potevano decidere che in attesa di investimenti migliori poteva valer la pena comprare quei titoli italiani con la certezza che almeno il grossissimo del capitale – il 99,999% – sarebbe rimasto intatto. Sono bastate un paio di…
Il sito ufficiale delle Nazioni Unite per i rifugiati
Queste due immagini letteralmente “fotografano” il consumo di territorio nel corso di dieci anni. L’immagine di sinistra è stata scattata dal satellite nel luglio 2005; quella di destra nel settembre del 2015. A parte gli effetti dovute alle ombre e alla diversa intensità dei colori, si riconoscono facilmente, con un po’ di pazienza, i cambiamenti che il territorio del comune ha subit.