Valle dell'Oetzl.
Da rileggere, una volta ogni tanto
Contemporaneità , Scuola / 14 Dicembre 2017

Itaca Quando ti metterai in viaggio per Itaca devi augurarti che la strada sia lunga, fertile in avventure e in esperienze. I Lestrigoni e i Ciclopi o la furia di Nettuno non temere, non sarà questo il genere di incontri se il pensiero resta alto e un sentimento fermo guida il tuo spirito e il tuo corpo. In Ciclopi e Lestrigoni, no certo, nè nell’irato Nettuno incapperai se non li porti dentro se l’anima non te li mette contro. Devi augurarti che la strada sia lunga. Che i mattini d’estate siano tanti quando nei porti – finalmente e con che gioia – toccherai terra tu per la prima volta: negli empori fenici indugia e acquista madreperle coralli ebano e ambre tutta merce fina, anche profumi penetranti d’ogni sorta; più profumi inebrianti che puoi, va in molte città egizie impara una quantità di cose dai dotti. Sempre devi avere in mente Itaca – raggiungerla sia il pensiero costante. Soprattutto, non affrettare il viaggio; fa che duri a lungo, per anni, e che da vecchio metta piede sull’isola, tu, ricco dei tesori accumulati per strada senza aspettarti ricchezze da Itaca. Itaca ti ha dato il bel viaggio, senza di lei mai ti…

Il congiuntivo spiegato con una canzonetta
Scuola / 10 Dicembre 2017

D’accordo. Può essere un’idea carina. A me confonde le idee, se devo essere sincero: sono un tipo visivo, non uditivo. Questa “didattica” presuppone che una persona ascolti e riascolti la canzone (per ascoltare la musica o al massimo perché gli/le piace l’attore) e per osmosi riceva l’informazione: nè più né meno di quello che succedeva ai tempi di Omero, quando guarda a caso TUTTO passava attraverso la poesia. Ma passava di lì perché letteralmente non c’era altro: non c’era la carta, non c’era la scrittura, non c’era la possibilità di oggettivare il pensiero nelle parole scritte. Adesso forse (forse!) può essere utile tornare a questo modo pre-scritturale di insegnare le cose, ma bisogna sapere che non si può andare molto più in là di quello che hanno fatto questi baldi giovanotti. Nel tempo in cui ho ascoltato la canzone avrei letto un’intera pagina di una grammatica ben fatta e avrei imparato più cose. Voi obietterete: ma non te le saresti ricordate! Ma con la canzone basta una volta a ricordarsi le regole? No: per imparare la canzone a memoria bisogna ascoltarla MOLTE volte, per un tempo molto maggiore di quello che servirebbe per studiare una pagina visiva ben fatta.

Osservazione in margine ad alcune teorie didattiche
Scuola / 8 Dicembre 2017

Io ho un piccolo test per tutte le nuove teorie didattiche, un vero “compito di realtà”: spiegare la dialettica trascendentale di Kant in due ore. Il limite di tempo è essenziale, perché ovviamente ci sono molti altri argomenti da spiegare prima e dopo sulla filosofia kantiana. Si possono usare tutti gli strumenti che si vogliono, ma non si può ipotizzare più di un pomeriggio di lavoro a casa, perché la classe deve affrontare anche una prova di inglese e una di matematica nel corso della settimana. Come si procede?08

Ancora sulla flipped classroom
Scuola / 8 Dicembre 2017

Il grande dubbio su tutte queste metodologie è una illusione sulle capacità e soprattutto volontà degli studenti di “fare ipotesi” o anche semplicemente “studiare i materiali a casa” solo perché viene chiesto loro. Immagino che la contro risposta potrebbe essere che i materiali (che gli studenti devono studiare per conto loro) non sono costruiti in modo adeguato per suscitare il loro interesse. Tuttavia è difficile pensare che TUTTI gli argomenti possano interessare gli studenti; anzi direi che molto spesso i ragazzi NON trovano interessanti certi argomenti PRIMA che venga loro detto di che cosa si tratta. E poi, ricordiamo il mio test che funge da cartina tornasole: bisogna parlare della dialettica trascendentale di Kant.

IL transito della stazione orbitale davanti alla Luna

Per chi ha una certa età, questa fotografia farà forse venire in mente una composizione simile nata dalla mente di Steven Spielberg nel suo E.T. Con una importante differenza: non si tratta di magia o fantasia, ma realtà. La Stazione Spaziale Internazionale è solo una; esiste come testimonianza della possibilità degli uomini di collaborare di fronte a una delle ultime frontiere rimaste (lo spazio); e ci passa sopra la testa parecchie volte al giorno, inesorabile come il pendolo di un immenso orologio cosmico. Si può può anche soffermarci un attimo sulla potenza del telescopio che ci permette di vedere un oggetto lungo poche decine di metri a circa 400 km sopra la nostra testa.

I missili coreani
Contemporaneità / 4 Dicembre 2017

Tutto è incerto, in Estremo Oriente. Se dovesse capitare qualcosa, sui libri di scuola del 2075 si leggerà, stupiti, che la minaccia di Kim-Jong-Un era evidente ed è stata sottovalutata dai governi occidentali fin quando non è stato troppo tardi per fermarlo. O forse no, è davvero solo tutto un bluff e per di più a solo uso e consumo interno. La storia però insegna che a scherzare col fuoco qualcuno finisce per scottarsi. Soprattutto quando da entrambi i lati di gioca d’azzardo, a un certo momento si oltrepassa, quasi senza accorgersene, il punto di non ritorno: e il patatrac è servito. Potrebbe essere un incidente di frontiera. Tipicamente, un aereo americano in oggettiva e non prevista avaria invade lo spazio aereo nord coreano: la contraerea regisce in modo automatico, l’aereo viene abbattuto, prima che si capisca cosa è successo dalla portaerei più vicina è partita una ritorsione – mirata e proporzionata, s’intende! – e una base missilistica puff! si trasforma una nuvola di fumo e cenere. I coreani si mettono a strillare di essere attaccati, qualche generale perde la testa e racconta al capo che sta per scattare l’invasione, Kim sa che non gli daranno una seconda occasione e…

L’Italia di oggi come l’Italia del Cinquecento?
Riflessioni , Storia / 1 Dicembre 2017

“La società senza ordine sistemico, come scriveva il Censis più volte nelle “Considerazioni generali” degli ultimi anni, ha cercato e trovato spazi di sopravvivenza in un ambiente sconnesso, pieno di buchi e di difetti nella trama strutturale, povera d’interconnessioni a rete fitta, ma via via più ricca di interazioni deboli e a breve raggio.” Così si legge oggi nel 51 Rapporto Censis. Colpisce il riferimento alle “interazioni deboli e a breve raggio”: mi ricorda molto l’analisi di Braudel sul commercio italiano del XVI secolo, una lettura alquanto diversa dalla vulgata scolastica per la quale il commercio italiano e mediterraneo venne spazzato via dal quello iberico e atlantico. In realtà, diceva Braudel, gli scambi nel Mediterraneo dell’età di Filippo II rimasero vivi ma ” con interazioni deboli e a breve raggio”. Il guaio è che dopo il Cinquecento venne il Seicento e con esso, si, la vera retrocessione dell’Italia. Speriamo che la storia, questa volta, non si ripeta.